| Report del concerto dei Gamma Ray con gli Helloween che ho visto a Roma il 27 Novembre scorso. Nonostante tutto, mi sono è garbato anche il gruppo cover degli Helloween...
27 Novembre 2007: una data che ho atteso piuttosto trepidamente, ansioso di vedere per la prima volta i Gamma Ray dal vivo, senza dubbio uno dei miei gruppi power preferiti in assoluto, gruppo che dal 1989 sino ad adesso rappresenta una delle band di riferimento del Power Metal, forti di alcuni grandi classici del genere come “Land Of The Free”, “Somewhere Out In Space” o “Power Plant”.
Quel giorno i Gamma Ray si sarebbero esibiti al “Teatro Tendastrisce” in quel di Roma come coheadliner degli Helloween, entrambi supportati dai connazionali Axxis.
Purtroppo, a causa del traffico che nelle ore serali “ricopre” le strade capitoline, sono arrivato al locale dove si sarebbe tenuto il concerto poco dopo l’esibizione degli Axxis di cui però ho sentito pareri contrastanti per lo più negativi.
Dopo una trepidante attesa di poco meno di mezz’ora, il “Raggio Gamma” irrompe sul palco sulle note dell’introduttiva “Welcome” seguita subito da “Heaven Can Wait”, opener imprevista per alcuni che, complice un impianto audio ottimo, carica tutti i presenti con la sua relativa spensieratezza. I cori, come da manuale, sono ovviamente affidati al pubblico e ciò che appare evidente da subito la forma strepitosa di Kai Hansen e soci.
La seconda scarica adrenalinica viene iniettata nelle vene dei presenti dalla band teutonica con “New World Order”, riff ritmati e potenti, cori trionfali e cavalcate tipiche del Power Metal nella sua concezione più pura a caratterizzare il brano, ulteriormente impreziosito dall’ottimo assolo di Henjo Richter.
I Gamma Ray confermano definitivamente la loro forma strepitosa con la title track del loro capolavoro “Land Of The Free”. I cambi di tempo evocativi ci rimandano a tempi e luoghi che si perdono nella notte dei tempi, non credo certo ci sia bisogno di presentazioni per questo capolavoro simbolo del Power, in cui le chitarre di Kai e Henjo ora si gemellano, ora si rispondono l’un l’altra attraverso assoli e passaggi di chitarra sullo stile degli Iron Maiden.
Si prosegue con la bellissima “Fight”, tratta dal penultimo full length “Majestic”; grazie alla tenuta del palco da parte dei Nostri, e grazie alla qualità dei brani proposti, il pubblico è sempre più coinvolto, ed è impossibile per tutti astenersi dal coro generale “Carry On Carry On…” ‘comandato’ dal sorridente e simpaticissimo Kai Hansen, che per l’ennesima volta dimostra le sue doti di cantante e di axeman, con un Daniel Zimmermann inferocito dietro le pelli.
Purtroppo, molti dei presenti sono accorsi al concerto richiamati dal nome “Helloween” e molto probabilmente non conosco niente di nessuna delle due band se non qualche pezzo scaricato ‘selvaggiamente’ da internet, ma i veri amanti dell’Heavy Metal sono consapevoli che i Gamma Ray stanno stracciando la concorrenza (gli Helloween) in partenza. Un dato di fatto confermato da “Real World”, brano che non conoscevo perché tratto dall’ultimo lp del ‘Raggio Gamma’ “Land Of The Free II” uscito quest’anno e che - ahimè - ancora non ho avuto modo di rimediare. Ad ogni modo, la resa live del pezzo è stata micidiale, track travolgente che ha meritatamente esaltato buona parte dei presenti.
Si prosegue con la Storia: “Rebellion In Dreamland” viene eseguita magistralmente, Dirk Slachter e Daniel Zimmermann sugli scudi, i funambolici Richter e Hansen intenti a deliziarci con la loro esperienza, ribadita dall’unione della track con l’ottava song di “PowerPlant”, niente meno che “Heavy Metal Universe” (che, vuoi per i testi, vuoi per la musica, mi ricorda e sempre mi ricorderà i Manowar), intramezzata e arricchita con gli aspettati ed inevitabili cori comprensivi dello storico “ieeeeeeeeo” del carismatico frontman dei Gamma Ray che subito dopo si diverte facendo fare il coro prima alle ragazze e poi ai “boys”.
Purtroppo nell’aria si sente che ancora pochi pezzi e la band dovrà abbandonare il palco per lasciare spazio agli Helloween, ma mai come questa volta il ‘carpe diem’ di Orazio ci torna utile, viviamo al momento e godiamolo finchè possiamo, perché i Nostri ci stanno per deliziare con la meravigliosa “The Silence”, a spezzare il ritmo veloce e potente dell’esibizione finora impeccabile del gruppo. “The Silence” viene riproposta alla perfezione, non una nota fuori posto, non un momento debole, solo tanta tecnica mai noiosa ma al contrario sempre entusiasmante dei Gamma.
Come di consueto nei loro concerti, la band tedesca ripropone “Ride The Sky”, brano degli Helloween (quelli veri) tratto da “Walls Of Jericho”, brano che spetta d’obbligo a Kai.
Inattesa, inaspettata e finora fuori scaletta, Hansen & Co. sorprendono tutti con la stratosferica “Somewhere Out In Space”, la quale lascia a bocca aperta tutti i presenti (ma nel vero senso della parola!!!) . L’agitazione è tanta, l’entusiasmo altrettanto, e l’headbanging è obbligatorio, così come è obbligatorio rispolverare la nostra cara vecchia air guitar a ritmo con la musica!
Con le note di “Somewhere Out In Space”, il gruppo si congeda per tornare sul palco per l’unico bis con l’ovvia ma fantastica “Send Me A Sign”. Pezzo che con il suo riff, i suoi passaggi di chitarra, le sue ritmiche ed il suo ritornello orecchiabile ma potente e trionfale, lascia tutti entusiasti della clamorosa esibizione sopra le righe (purtroppo limitata a soli 70 minuti a causa dell’incombenza di “qualcun altro”, vero Helloween?!) di questi paladini del Power Metal. Concerto da 10 e lode per questi quattro mitici ragazzi!
Setlist Gamma Ray:
Welcome/Heaven Can Wait/New World Order/Land Of The Free/Fight/Real World/Rebellion In Dreamland/Heavy Metal Universe/The Silence/Ride The Sky/Somewhere Out In Space/Send Me A Sign
Ormai tutti i veri fan dell’H/M sono consci che il concerto delle zucche capitanate da Andi Deris non potrà essere all’altezza di quello dei “cugini” Gamma Ray, ad ogni modo tra una chiacchierata e l’altra ciascuno dei presenti attende pazientemente che venga finita di montare tutta la scenografia degli Helloween che si rivela essere qualcosa di mastodontico, infatti riproduce alla perfezione l’ambiente disegnato sulla (orrenda) copertina del nuovo album della band “Gambling With The Devil”. Lasciatemelo dire, dopodiché cercherò di evitare noiose ed inutili considerazioni personali, ma non ho apprezzato il gesto degli Helloween di imporsi come Headliner della serata già a partire dalla scenografia, nonostante fosse stato annunciato che il tour sarebbe stato da co-headliner… mah!
Comunque sia, le sagome della band fanno il loro ingresso sul palco con l’introduzione “Crack The Riddle” in sottofondo e, nonostante le aspettative, l’attacco del concerto è ottimo, con la lunga e sempreverde “Halloween” ad emozionare il pubblico trascinato dalle note della fantastica song scritta da Kai (mi sentivo obbligato a ricordarlo). Comunque il brano viene eseguito con grinta, carica e carisma che riescono a farci ricredere su quanto ci aspettavamo dalla band.
Si prosegue con “Sole Survivor”, anch’essa eseguita alla grande da parte di tutto il gruppo, con un Daniel Loble in gran forma! Da notare che l’impianto audio degli Helloween (anche questo ottimo) è in stereo, e la batteria di “Dani” assume così un effetto particolare ben riuscito.
La band va avanti con il terzo brano, ripescato da “Keeper Of The Seven Keys II”, ovvero “March Of Time” che, nonostante le mie aspettative e nonostante quanto abbia sentito in giro, è stata eseguita discretamente da Deris che, pur non raggiungendo le vette di Kiske, si fa apprezzare.
Si passa al singolo del nuovo album “Gambling With Devil”, “As Long As I Fall”, un brano deludentissimo e statico, sorretto da un riff scadente e da un ritornello di cattivo gusto che, come si usa dire, ci sta “come i cavoli a merenda” con gli ottimi brani eseguiti precedentemente.
Per fortuna con “We Burn” si torna su altri livelli, anche se in questo caso Andi Deris, forse sforzando un po’ troppo la voce, non mi convince molto, a differenza della prestazione del resto della band che si assesta su ottimi livelli, benché ritenga Sascha Gerstner privo di mordente se messo a confronto con Weiki.
“A Tale That Wasn’t Right” non mi convince, soprattutto cantata da Andi che ha una voce logicamente impostata diversamente da Kiske.
La band abbandona il palco, escluso Loble che sembra pronto ad un assolo di batteria di pochi secondi, giusto il tempo di preparare una tendina dietro alla quale si appostano Deris ed i due axeman Weikath e Gerstner che, vestiti da nani, cercano di strappare qualche risata al pubblico con un tristissimo siparietto vergognoso ed imbarazzante (imbarazzante sul serio) consistente nella cover delle prime strofe di “Smoke On The Water” con una pessima interpretazione da parte dei chitarristi che non riescono a riprodurre alla perfezione il riff (per altro semplice) di uno dei brani simbolo del Rock e con applicato un fastidioso effetto alla voce non a torto chiamato “a paperino” da alcune persone davanti a me. Siparietto riempitivo che le Zucche potevano anche risparmiarsi. Subito dopo parte l’assolo di batteria di Loble, senz’altro molto tecnico e bello per i primi minuti ma portato esageratamente per le lunghe (quasi dieci minuti) per colmare evidentemente del tempo rubato (perché a questo punto si tratta proprio di “tempo rubato”) ai Gamma Ray.
La band torna sulle note di “King For A Thousand Years”, ottimo brano che non passa inosservato e che torna ad accattivarsi quella parte dei presenti rimasta insoddisfatta dai vari ‘escabotage’ riempitivi.
Uno dei momenti migliori della performance degli Helloween sta per arrivare, si tratta di “Eagle Fly Free”, eseguita magistralmente con un Andi Deris oltre ogni aspettative, buono anche nelle parti più alte della fantastica song, uno dei capolavori del gruppo.
“Bells Of The Seven Hells” e “Dr. Stein”, suonate alla grande dalla band e cantate altrettanto bene da Deris (in “Dr. Stein” ovviamente non manca il coro inevitabile di tutti noi del pubblico), anticipano il medley che raccoglie vari classici della band purtroppo eccessivamente ridotti a poco tempo ognuno, fatta eccezione per “Perfect Gentleman” dove gli Helloween intrattengono i presenti con cori che alla fine si rendono prolissi e noiosi, altro esempio di tempo rubato ai Gamma Ray, visto che, dopo questo medley comprensivo di “I Can/Where The Rain Grows/If I Could Fly/Perfect Gentleman/Power/Keeper Of The Seven Keys”, gli orologi ci dicono che gli Weiki e compagni hanno avuto a disposizione ben venti minuti in più rispetto ai Gamma Ray, e venti minuti non passano certo inosservati.
Si conclude così lo show degli Helloween iniziato alla grande ma resosi un po’ prolisso e “tirato per le lunghe” verso la fine.
Ovviamente c’è ancora tempo per il bis conclusivo che vede sul palco entrambe le band “coheadliner” (escluso ovviamente Zimmermann perché il posto dietro le pelli è già occupato da Loble) che ci ripropongono “Future World” e “I Want Out”, due grandi classici del genere in cui oggettivamente i Gamma Ray schiacciano definitivamente le Zucche con una prestazione stellare da parte di Kai. Da notare come, durante il solo della splenida “I Want Out”, Sascha Gerstner inizi a suonare le prime note per lasciare spazio ad Hansen che ci delizia con la sua Randy Rhoads rosso scarlatto.
Ottima conclusione di questa serata all’insegna del Power Metal tedesco con Gamma Ray sopra tutto e tutti ed Helloween buoni ma non ai livelli dei “colleghi”.
Setlist Helloween:
Crack The Ridde/Halloween/Sole Survivor/March Of Time/As Long As I Fall/We Burn/A Tale That Wasn’t Right/Drums Solo/King For A 1000 Years/Eagle Fly Free/The Bells Of The Seven Hells/Dr.Stein/I Can/Where The Rain Grows/If I Could Fly/Perfect Gentleman/Power/Keeper Of The Seven Keys/Future World*/I Want Out*
*Con Gamma Ray
Voto Gamma Ray: 10
Voto Helloween: 7
Mario “Neon Knight” Fraschetti
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. Io sono uscito sordo e felice come un bimbo.
